Vietnam, Civiltà e Cultura – GLI ARTIGIANI

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Di PIERRE HUARD1
(Membro d'Onore dell'École Française d'Extrême-Orient)
e MAURICE DURAND2
(Membro dell'École Française d'Extrême-Orient3)
3a edizione rivista 1998, Imprimerie Nationale Parigi,

     Boltre a coloro che si dedicano all'alimentazione e alle tecniche di abbigliamento (vedi capitoli XIV, XV, XVI), gli artigiani forse si sono divisi così :

1° Artigiani che lavorano i metalli (stagnisti, fonditori di bronzo, gioiellieri, niellisti, fonditori di monete, fabbricanti di armi);
2° Artigiani ceramisti (vasai, maiolicai, porcellanei, piastrellisti, laterizi);
3° Artigiani che lavorano il legno (falegnami, ebanisti, falegnami, tipografi, cartai, falegnami marittimi, scultori);
4° Artigiani che eseguono lavori tessili (tessitori di cotone, di juta, di ramiè o di seta, cestai, velieri, cordai, parasoli, stuoie, sacchi, veneziani, cappelli, mantelli e amache);

5° Artigiani che lavorano la pelle (conciatori e calzolai);
6° Artigiani laccati;
7° Scultori del legno e della pietra;
8° Artigiani che lavorano su conchiglie, corno e avorio;
9° Artigiani che fabbricano oggetti di culto.

     A la maggior parte di questi artigiani erano liberi lavoratori. Ma il Huế Corte non distingueva l'artista dall'artigiano e disponeva di autentiche botteghe statali composte da ricamatrici, intarsiatori, niellisti, laccatori, scultori, avori e gioiellieri.

     Vgli strumenti ietnamesi sono semplici, leggeri, facili da realizzare, perfettamente adatti ai problemi che un abile artigiano deve risolvere nell'essere paziente e non cercare di risparmiare tempo.

      Ssquadre e bulloni sono spesso sostituiti da angoli di legno. Strumenti di uso molto attuale sono: leve, cavalletti, cunei spaccalegna, torchio per sarchiatura, [Pagina 188] ruote dentate, ruote per alberi e locomotori, forza idraulica (mulini ad acqua, mondatori di riso), motori umani a pedali, erpici seminatori, ruotine e pistoni (la cui origine sembrava risalire a una cultura sintetica sud-orientale all'interno della quale si sarebbe specializzata la cultura sino-vietnamita).

     Mercier ha ben enfatizzato le caratteristiche di questi strumenti. Ma siamo lontani dall'avere, su questo argomento, l'equivalente di La Cina di Rudolf Hummer sul lavoro.

     Czattere sono allo stesso tempo commercianti. Piace romanzi ed europei medievali, tengono i loro conti senza utilizzare calcoli con penna e inchiostro. Tali calcoli furono sostituiti dall'abaco cinese. Uno attribuisce a Luong il Vinh (dottore nel 1463) un'opera aritmetica intitolata "Toán pháp đại thành" (Metodo di calcolo completo) potrebbe essere stata l'alterazione di un libro di Vũ Hũu, uno dei suoi contemporanei, trattando con l'uso dell'abaco. I commercianti cinesi usano ancora l'abaco, ma i loro colleghi vietnamiti sembrano averlo abbandonato. Despierres ne ha fatto uno studio recente.

    Si segni di luppolo a volte indicano i nomi dei proprietari. Spesso riproducono solo un nome commerciale, composto da due, a volte da tre caratteri cinesi (o le loro trascrizioni latine) considerato di buon auspicio.

    Tlui personaggio xương (trascrizione cinese tch'ang) che significa "splendore" e "prosperità” dà Vinh Phát Xương "eterna prosperità fiorente" o Mỹ Xương “splendore affascinante”. Forse altri nomi commerciali Van Bảo (diecimila gioielli), Đại Hưng (grande crescita), Quý Ký (marchio nobile) ed Yên Thành (pace perfetta).
A pratica frequente tra i commercianti era quella di đõt vía đốt van.

      Ci lient possono avere contemporaneamente il via lành or via tốt (anima buona, cuore favorevole), in un altro momento il via xu or vía dữ (anime cattive e malvagie). Se lo è il cuore del primo cliente cattivo or esce dal negozio senza comprare nulla, dopo una lunga contrattazione, quindi i seguenti clienti potrebbero benissimo imitarlo.

     IIn tal caso, il negoziante deve evitare il disastro tagliando e bruciando sette pezzetti di paglia del proprio cappello se il cliente è un uomo, e nove pezzi, se il cliente è una donna. Egli pronuncia allo stesso tempo il seguente incantesimo:

             Đốt via, đốt van, đốt thằng rắn gan, đốt con rắn ruột, lành vía thì ở, dữ vía thì đi.
         "Brucio le anime, brucio l'uomo dal fegato duro, la donna dal cuore crudele, e desidero che le anime buone rimangano e quelle cattive se ne vadano. "

       ASpinti da quella stessa superstizione, ogni volta che iniziano un'operazione, i pirati uccidono il primo passante che incontrano.

Bibliografia

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+ Despierres. Abaco cinese, nel Sud-Est, 1951.

NOTE :
◊ Fonte: Conoscenza del Vietnam, PIERRE HUARD & MAURICE DURAND, terza edizione rivista 3, Imprimerie Nationale Parigi, École Française D'Extrême-Orient, Hanoi - Tradotto da VU THIEN KIM - Archivi di NGUYEN PHAN ST Minh Nhat.
◊ Il titolo dell'intestazione, l'immagine seppia in primo piano e tutte le citazioni sono state impostate da Ban tu gio - thanhdiavietnamhoc.com

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BAN TU THƯ
5 / 2022

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